La Microfinanza, un settore da incentivare
Intervista a Giampietro Pizzo , Presidente della Rete Italiana Microfinanza
Categoria: Stampa
Pubblicato il: 26 Giu 2017
Giampietro Pizzo, presidente di Ritmi (Rete italiana di microfinanza), lancia da Venezia una proposta consapevolmente provocatoria ma realistica: «Chiediamo a chi fa sul serio sul microcredito di prendere un impegno».
Guardando all’Europa, com’è messa l’Italia del microcredito?
Abbiamo una qualità di proposte e di professionalità non certo trascurabile. E anche la possibilità di proporre un nostro modello, con forti caratteristiche di territorialità. Ma abbiamo bisogno di fare un salto di qualità.
Su cosa è necessario migliorare?
Sull’intensità del lavoro sul microcredito, anche perché le dimensioni che il fenomeno dell’esclusione finanziaria ha da noi sono ben maggiori rispetto ad altri Paesi europei. Ci sono una serie di nodi: uno è il ruolo delle banche. E qui aiuta molto che una realtà come Banca Etica decida di essere più determinata nella sua strategia sul microcredito. Poi c’è la questione delle risorse, specie quelle necessarie per i servizi non finanziari: le nostre istituzioni di microfinanza faticano moltissimo anche solo a costruire ipotesi di lavoro con le Regioni per accedere ai fondi strutturali europei disponibili. Servirebbe anche fare un po’ d’ordine sulla qualità dei fornitori di servizi non finanziari, ad esempio tramite un sistema di rating. E poi occorre interrogarsi non solo su come si può creare ma anche su come si distrugge il capitale di educazione finanziaria: occorre educare anche le istituzioni finanziarie a comprendere le esigenze delle persone, specie in relazione a determinate popolazioni come per esempio i migranti.
Qual è la sua proposta?
In Nepal, la Banca centrale ha detto alle banche commerciali che il 5% dei loro portafogli doveva riguardare attività legate alle energie rinnovabili. Allora io dico: a banche e istituzioni finanziarie che hanno attenzione e sono disposte a lavorare sul microcredito, chiediamo di sottoscrivere un impegno a costruire un portafoglio dedicato ad attività e progetti di microfinanza veri, cioè con servizi non finanziari inclusi. Indicando la percentuale precisa del portafoglio che intendono dedicarvi.
Andrea Di Turi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«Sarebbe opportuno sottoscrivere un impegno per costruire un portafoglio per le attività e i progetti di microfinanza veri» Giampietro Pizzo, presidente di Ritmi